Fonte: Open
l Garante vuole escludere chi stava con Conte all’epoca della lite sulla leadership. Anche per non dare fiato a Di Maio
Grillo contro il Movimento 5 Stelle. Dietro l’ultima lite sulla regola dei due mandati tra il leader Giuseppe Conte e il garante M5s – che ieri ha portato Beppe a minacciare l’addio – c’è anche una casualità che forse è più di questo. Ovvero il fatto che con la deroga si aiuterebbero molti di quelli che durante la prima lite con l’ex Avvocato del Popolo si sono schierati contro di lui. Come Vito Crimi, protagonista del tira-e-molla sul voto su Rousseau. O come Giancarlo Cancelleri e Roberta Lombardi. Che si azzardò addirittura a chiedere di votare Gualtieri e non Raggi alle amministrative di Roma. O ancora come Paola Taverna. Che all’epoca della prima scissione (paventata) si schierò decisamente con Conte. Grillo, spiega oggi il Corriere della Sera, si è sentito «tradito» dai suoi «figli politici». Per questo adesso brama vendetta.
La ribellione del 2021
Tra chi rischia c’è anche Roberto Fico, visto che anche il presidente della Camera all’epoca si schierò con Conte. «Così però ci uccide tutti», fanno sapere alcuni che ancora oggi stanno con Beppe ma rischiano di andare a casa. Ma secondo Beppe dietro la richiesta di deroga ai due mandati e basta ci sarebbe Luigi Di Maio. Per questo è necessario a suo parere essere granitici. Lo stesso ministro degli Esteri ieri a Controcorrente su Rete 4 ha detto la sua: «Probabilmente Grillo cederà ancora una volta. Non lo so, però di certo non è un bello spettacolo per gli italiani vedere forze politiche che si azzuffano per qualche poltrona». Mentre imposta la campagna elettorale di un partito che punta a essere «il terzo polo, il campo giusto», Conte deve quindi risolvere vari rebus interni.